Accademia Eleonora Duse

Centro Sperimentale di Cinema e Arti Performative

"Esiste una relazione fondamentale tra l'attore, il regista, il performer, le loro reciproche posizioni e visioni artistiche. In ogni processo creativo artistico tutta la parte iniziale di “conoscenza” ed “incontro” di queste poetiche è una parte formativa dell'artista indispensabile: della scoperta (o ri-scoperta) di se e della propria essenza nell'arte. Per questo diventa indispensabile definire quali possano essere gli strumenti concreti indispensabili che l'attore deve affinare e sviluppare nell'ambito della pedagogia post-formazione elementare. Sembra, come tutte le cose più interessanti della vita, una contraddizione in termini: cosa apprendere in modo universale di un'arte per poi andare nel particolare dell'individuo? Le mie molteplici esperienze internazionali, nei principali teatri nazionali europei, nelle Accademie Nazionali di diversi Paesi e nei Festival Internazionali del Cinema, mi hanno suggerito che, specialmente in un artista già consapevole, la pedagogia deve assumere il ruolo di uno “spazio-tempo” in cui l'artista ha la possibilità di aprire nuove porte in se. Queste porte già gli appartengono, come tutto ciò che indispensabile per agire in scena o davanti ad una camera, ma di cui spesso non ha consapevolezza di come si possano aprire o come sia possibile attraversarle.

A partire da questa indispensabile premessa lo “spazio-tempo” dell’Alta Formazione può divenire come una fonte luminosa, come un polmone di vita che le alimenta anche a distanza prima gli artisti e di riflesso l’intera comunità in cui agisce un teatro. Un luogo di incontro, di confronto, di scoperta, di pratica dei vari strumenti e linguaggi dell’azione e delle arti e, utilizzando quest’ultimi, di dialogo su temi fondamentali per la comunità stessa. Per questo in ogni comunità teatrale “compiuta” sono indispensabili eventi, spettacoli, incontri, performance ma anche una pedagogia che possa alimentare gli artisti e irradiare verso l’esterno (la comunità) la luce di questi incontri artistici: audience creation. Possiamo allora parlare di Alta Formazione non nel senso di elevata, ma bensì che punta ad ispirare elevazione negli artisti e per riflesso nel pubblico (o meglio nella comunità). In altri termini la natura ci insegna che un buon albero è simmetrico: tanto desideriamo che la fronda sia alta e rigogliosa, tanto le radici dovranno essere forti e robuste. Quelle radici sono alimentate e irrobustite proprio dall’Alta Formazione.

E perché questo albero dia frutti per la persona (artisti o pubblico che sia) il terreno in cui è piantato deve essere reso e mantenuto fertile nel tempo: una continua osmosi con il territorio locale attraverso la creazione artistica e l’organizzazione di eventi di Alta Formazione di respiro internazionale “con e per” il territorio.
Allora, se pensiamo l’Alta Formazione come una educazione dell’essere umano all’arte. e non come un mero insegnamento, può essere uno strumento straordinario, specie per le nuove generazioni di registi-attori-danzatori-performer e spettatori, per proiettarsi verso un teatro contemporaneo più consapevole e quindi ricco di originalità ed essenza.”

Alessio Nardin